Lo sfincione, si sa, è uno dei piatti tipici della cucina di strada palermitana: la famosa “pizza dei siciliani”, però, non è solo una. Ne esistono diverse varianti, ognuna con le sue peculiarità, e sono legate alle tradizioni delle zone che ne rivendicano la paternità.
La sfida allo sfincione più buono
Per degustare le diverse versioni di questo gustoso piatto, Sanlorenzo Mercato a Palermo ha lanciato una vera e propria sfida degli sfincioni, che avrà luogo il 24 e il 25 febbraio 2018, con un ricco programma incentrato proprio su questa specialità.
Al centro della sfida quattro varianti dello sfincione: quello di Bagheria, Casteldaccia, Aspra e Palermo, territori che difendono un’antica tradizione gastronomica. Quattro specialità che portano lo stesso nome, ma che in sostanza sono molto diversi fra loro.
Sfincione palermitano, bagherese e non solo: ecco le differenze
Lo sfincione palermitano “classico” è con pomodoro, cipolla, acciughe e caciocavallo, quello bagherese invece è bianco (senza pomodoro), più alto e con ricotta e mollica. Diverso ancora lo sfincione di Casteldaccia, che combina alcune delle caratteristiche dei due: ha il pomodoro e un grande strato di formaggio Tuma. Più marinara, invece, la versione di Aspra, cotto a legna senza pomodoro e con sarde tritate.
Sfida e degustazione al Sanlorenzo Mercato
I quattro sfincioni si sfideranno e sarà il pubblico, insieme a una giuria di esperti, a decretare la variante più buona. Basterà acquistare il ticket (al costo di 6€) per degustare le varianti proposte e scegliere la propria preferita.
La storia (incerta) dello sfincione
Lo sfincione (il nome deriva dall’aggettivo “sfincia”, ossia “soffice”) è tipico della città di Palermo e dintorni ed è inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT). Non è sicura la sua storia: sembra abbia origine araba, come molti piatti tipici siciliani, e che si sia diffuso principalmente in Sicilia.
Altre versioni della storia dicono che a inventarlo siano state le suore del Monastero di San Vito a Palermo e sarebbero state proprio loro a farcire per prime la pasta della pizza doppiamente lievitata con pomodoro, acciughe e caciocavallo.
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