La parola minchia è l’espressione dialettale più utilizzata in Sicilia, prevalentemente nella zona occidentale. La sua risonanza è celebre anche nel resto d’Italia, al punto da essere inserita nell’uso corrente della lingua italiana.
Minchia in Sicilia: parola e significati nel video di Giuseppe Ricotta
L’etimologia del termine deriva dal latino “mèntula” e fa riferimento all’organo riproduttivo maschile.
Dapprima annoverata tra le parolacce, magari da non pronunciare in presenza di bambini, oggi l’espressione conta numerose sfaccettature e personificazioni. A seconda dei contesti nella quale viene inserita, può variare d’intonazione ed assumere svariati significati.
MInchia in Sicilia non è soltanto un’espressione locale. E’ un intercalare spesso accompagnato dal linguaggio gestuale, tipico del folclore meridionale.
Fa parte della terminologia comune, un tempo utilizzata prevalentemente nei ceti meno abbienti. Oggi con il Camilleri ed il Commissario Montalbano, è divenuta una forma letteraria da sottolineare e rimarcare.
Nasconde o esprime tanti significati, vediamo quali, grazie al video di Giuseppe Ricotta.
Si propone come sinonimo della parola “cioè”: “Dai la pasta è pronta” – “Minchia io ti dico che pasta non ne voglio e tu me la fai”
Può sostituire proposizioni e circostanze. Può esprimere stupore e contentezza. In questo caso, la sua forma non è più contratta velocemente. Si esprime attraverso una configurazione più estesa “Miiiiiiinchia“.
A volte è associata all’espressione “questa”, da evocare dinanzi la visione di una bella fanciulla, divenendo “sta minchia“.
Oppure può essere inserita all’interno di proposizioni interrogative, al pari di locuzioni grammaticali.
In tal caso possiamo affermare che in siciliano, è l’equivalente di “Do o Does” in inglese. E’ d’obbligo utilizzarla quando vuoi chiedere qualcosa! Se vai a Londra, formuli una “question” con do/does. Cosa diversa a Palermo, dove comporrai la stessa domanda, enfatizzandone il significato, semplice no?
Ma non solo. Esprime la gioia per un evento o un regalo inatteso. Il dolore in occasione di un trauma o l’irritazione all’interno di un rapporto di coppia.
Può assumere le sembianze di un’espressione ingiuriosa, da rivolgere nei confronti di terzi, manifestando il proprio dissenso o disinteresse.
Al pari di altri termini, presenta declinazioni o derivate. In questo caso facciamo riferimento a “Minchione” o “Minchiata“.
Il primo termine viene utilizzato per indicare un soggetto stupido, goffo, oggetto d’ilarità da parte altrui, d’appellare senza mezze misure “sei un minchione“.
Nel secondo caso, è associato ad un’azione avventata, causa di un danno o di un errore “hai fatto una minchiata“. Oppure fa riferimento a cose di poco valore.
In passato pensa a quanti minchioni ti è capitato d’incontrare o quante minchiate hai fatto nella vita? Io un’infinità, non si possono contare.
Infine può sintetizzare il nulla assoluto, il vuoto, un gesto o un pensiero non ricambiato.
E’ un’idioma, simbolo di una cultura popolare e del vivere all’aria aperta, per strada.
Ma non è tutto. Nel centro storico di Palermo e precisamente in Via Alloro, è divenuta una luminaria! Non sono mancate le polemiche legate alle spese di realizzazione….e non solo. Quando si dice “la cosa pubblica“! Obiettivamente “ma che minchia s’inni futti!” ( foto tratta da Facebook di Andrea Schiavo )
Noi siciliani non potremmo farne a meno. In sua assenza, sarebbe difficile esprimere determinati concetti. Voi del nord come fate?
A proposito…hai pensato dove minchia trascorrere le prossime vacanze estive?
Le nostre proprietà sono ubicate a Scopello e Castellammare del Golfo, sorgono a ridosso delle principali spiagge.
Sono immerse in bellissimi contesti paesaggistici, ideali per un soggiorno rilassante…e che minchia ci aspetti a chiamare?
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