Pesca Sportiva a Castellammare del Golfo catturata Ricciola di 50 kg, grande soddisfazione per il palermitano Antonio Graziano, appassionato di 39 anni

Un sogno inseguito una vita, contando le ore d’attesa e sacrificando rari momenti liberi. Tanta pazienza, con la speranza che prima o poi, sarebbe arrivata l’occasione giusta.

Una canna, una lenza e via. Ad accompagnarlo, insegnamenti e personali convinzioni, su come approcciare i profondi abissi del Mar Mediterraneo. Magari ricordando le gesta di professionisti affermati o più semplicemente, ricalcando le azioni di un pittoresco personaggio dei cartoni, Sampei.

Antonio Graziano, un appassionato di pesca sportiva, ha stupito tutti, curiosi ed addetti ai lavori. E’ riuscito nell’impresa di catturare una ricciola di 50 kg, una taglia record per i fondali di Castellammare del Golfo.

“L’emozione che si vive, quando la canna si muove, il pesce che mangia -racconta Antonio Graziano- il tremolio delle mani, quando capisci che è quasi fatta, mi fanno sentire ancora il battito del mio cuore. Quando ho visto la grossa ricciola, è stato semplicemente un sogno. In tanti mi avevano sempre detto, che un pesce di tali dimensioni, è difficile da salpare a bordo, con attrezzature leggere come quelle che ho usato”.

La ricciola è la regina dei mari. Apprezzata non soltanto per il suo gusto e le teneri carni bianche. E’ un pesce con una forza ed una velocità straordinaria.

L’esemplare mostrato in foto, potrebbe tranquillamente trascinare un’imbarcazione di piccole dimensioni.

Spostandoci nel mondo dell’apnea ed in acquee profonde, la tecnica più utilizzata per la cattura di grossi predatori è “l’aspetto al pesce“. Consiste nel stare poggiati sul fondo, magari nascosti e mimetizzati tra una roccia e l’altra, in attesa del passaggio dell’esemplare sperato.

La ricciola, insieme alla cernia, è la preda più ambita dai subacquei, la cui cattura, richiede sacrifici, prudenza e molta attenzione.

E’ un elegante predatore, dal color argento, con una leggera livrea gialla. Per vigore e caratteristiche, è paragonato al Marlin, presente negli oceani Indiano e Pacifico, più raramente nei nostri mari.

Il tratto di costa di Castellammare del Golfo e Scopello, è sempre stato segnalato come luogo di transito di ricciole e lampughe. Non a caso queste terre, in passato, furono definite “Cetaria“, per via dell’abbondante presenza di tonni.